#FEMSmicroBlog: Usi l'agar? Questo è grazie ad Angelina Hesse!

05-11-2021

Angelina Fanny Hesse è stata la mente creativa dietro l’utilizzo dell’agar nei terreni di coltura per permettere la crescita dei microrganismi. Nonostante l’agar sia un ingrediente indispensabile per qualsiasi laboratorio di microbiologia, il suo contributo rimane sconosciuto. In questo articolo, Vanesa Ayala racconta la storia di questa scoperta. #HistoryOfMicrobiology

*To the original English version: #FEMSmicroBlog: Got agar? Say thanks to Angelina Hesse!*

È solo un altro giorno in laboratorio. C’è un odore dolce che sa di lievito nell’aria.

Bip bip bip.

L’autoclave è appena finita e cominci a preparare 50 piastre con agar per il lavoro di questa settimana. Mentre aspetti che si raffreddino e solidifichino, osservi la sostanza giallastra simile alla gelatina e ti domandi: “Chi ci avrà pensato?”  Effettivamente è un’idea molto furba e decisamente essenziale se vuoi svolgere qualsiasi esperimento di microbiologia.

Da microbiologo, potresti immaginare una vita senza agar?

 

Patate tagliate a fettine, gelatina o agar? Chiedi a Lina Hesse

Angelina (Lina) Fanny Hesse (1850-1934) fu la prima a proporre l’uso dell’agar come terreno di coltura per la crescita e l’isolamento dei batteri. Il suo contributo alla microbiologia è cruciale, ma non riconosciuto ampiamente.

Angelina Fanny Hesse, 1883 (fonte: Wikipedia)

Prima di Lina Hesse, classificare i microrganismi era così difficile che Linneo riunì tutti i batteri nell’ordine chiamato Chaos. A quei tempi era estremamente difficile identificare i singoli microrganismi perché non si potevano coltivare né tantomeno isolare adeguatamente in laboratorio (anche perché le analisi molecolari non erano ancora disponibili).

I terreni di coltura includevano polenta, albume d’uovo coagulato, carne, fette di patate e gelatina. Riuscite a immaginare di dover mettere a crescere le vostre colture batteriche sulla polenta? Buona fortuna! Anche la gelatina presenta le sue sfide: si scioglie a 37 °C e può essere degradata dai batteri.

Prima di Lina Hesse, classificare i microrganismi era così difficile che Linneo riunì tutti i batteri nell’ordine chiamato Chaos.”

Lina Hesse lavorava gratuitamente come illustratrice scientifica e assistente tecnico per suo marito Walther Hesse, che faceva parte del laboratorio di Robert Koch in Germania. Sia Walther che Robert Koch lottavano per riuscire ad isolare colture batteriche pulite e stabili. Usavano  fette di patate e gelatina.

Lina Hesse, che assisteva alla produzione di terreni di coltura batterica per i progetti di Walther, suggerii di utilizzare l’agar, un estratto di alghe, come alternativa per avere un terreno di coltura più stabile. Era venuta a conoscenza dell’agar-agar grazie ad amici di famiglia che avevano vissuto a Giava (Indonesia), dove l’estratto di alghe veniva usato in cucina e dove i budini non si scioglievano a temperature ambientali molto calde tipiche del paese del sud-est asiatico.

L’agar si rivelò la soluzione a tutti i loro problemi! Robert Koch ne riconobbe subito i benefici, e lo usò per isolare i famosi bacilli della tubercolosi. Né Lina né Walter Hesse furono accreditati per l’uso dell’agar in microbiologia.

Foto di Vanesa Ayala/Tasha Sturm (a sinistra, fettine di patate, a destra, una piastra con agar)

 

Perché l’agar è così essenziale in microbiologia?

L’agar è la soluzione perfetta perché può essere mischiato con terreno nutritivo, rimane solido ad alte temperature, è trasparente, indigeribile per i microrganismi e sterilizzabile.

Per la prima volta, i microbiologi potevano controllare e effettuare la crescita batterica in modo tale che i batteri potessero essere chiaramente isolati. Questo processo apparentemente semplice è diventato uno strumento essenziale per i microbiologi. Isolare e coltivare batteri da una coltura pura è spesso un prerequisito per poterli identificare e studiare.

Al giorno d’oggi, l’agar è usato anche per fare arte! Se dai un’occhiata al concorso artistico sull’agar organizzato dall’American Society of Microbiology, ne rimarrai incantato.

 

Il terreno della Signora Hesse

Molti sottovalutarono la scoperta di Lina Hesse. Ma se lavorava come assistente di laboratorio significa che aveva esperienza con le procedure. Conosceva bene il suo lavoro, le difficoltà e le esigenze tecniche. Ciò che alcuni potrebbero considerare un’ipotesi fortunata è ciò che ora chiamiamo troubleshooting (riuscire a trovare una soluzione a problemi tecnici). E lei sapeva cosa stava facendo.

Per un microbiologo, una vita lavorativa senza agar è inimmaginabile. Eppure, immagina se tutti in un laboratorio di microbiologia dicessero: “Quanti piatti di agar di Frau Hesse ti servono?”

Nel 1938, due ricercatori e storici riconobbero l’importanza del contributo di Lina Hesse e suggerirono: ‘D’ora in poi l’”agar semplice” non potrebbe essere chiamato “terreno di Frau Hesse?” Il suo contributo alla batteriologia la rende immortale’.

Per un microbiologo, una vita lavorativa senza agar è inconcepibile. Eppure, immagina se tutti in un laboratorio di microbiologia dicessero: “Devo aspettare che il terreno di Frau Hesse si solidifichi” o “Di quante piastre FH hai bisogno?”

Ciò consoliderebbe il contributo di Lina Hesse nella microbiologia tra il lavoro monumentale di microbiologi come Walter Hesse, Julius Richard Petri e Robert Koch. Dovremmo dare credito a chi lo merita.

 

Sull’autore di questo blog

Vanesa Ayala-Nunez ha più di dieci anni di esperienza come ricercatrice nel campo delle malattie infettive. Lavorando tra la virologia, l’immunologia e la biologia cellulare, si è occupata di diversi agenti patogeni umani terrificanti. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Groningen nei Paesi Bassi e un postdoc presso l’IRIM in Francia. Vanesa è ora un editore scientifico e lavora in Francia e Germania. Collabora a diversi progetti SciComm ed è volontaria per il team di traduzione dei volontari FEMS .

Informazioni su questa sezione del blog

La sezione #HistoryOfMicrobiology presenta storie entusiasmanti e fatti meno noti su… beh, la storia della microbiologia. C’è una storia che vale la pena raccontare in questa sezione del #FEMSmicroBlog? Allora contattaci! 👇

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Translated into Italian by Fabiola Vacca

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